Il giardinaggio biologico è nato prendendo a riferimento l’agricoltura biologica, le sue tecniche e i suoi disciplinari. Nel giardinaggio biologico sono consentiti tutti i prodotti accolti nella coltivazione biologica che prevedono il bando di molti prodotti chimici nocivi e il rispetto della stagionalità delle lavorazioni. Nella concimazione si usano prodotti di origine animale e vegetale e anche ammendanti naturali per cambiare la composizione del terreno. Imparando dalle consociazioni orticole si presta attenzione alla possibilità di consociare piante di più famiglie per alimentare la fertilità del suolo.

La lotta (così ancora ci si esprime) a insetti e malattie fungine viene fatta con insetticidi naturali e il fungicida principe: il rame, nelle sue varie formulazioni. Esiste anche un disciplinare biologico ancora più stringete che fa propri alcuni riferimenti del giardinaggio di stampo naturalistico per il verde ornamentale in Italia: si tratta di BioHabitat (visita il sito) ideato dalla Serbios, azienda che produce fitofarmaci e concimi per l’agricoltura bio. Questo disciplinare non ha avuto capillare applicazione e sviluppo sia per la difficoltà oggettiva nell’applicazione sia per gli alti costi di verifica di un ente terzo. E’ stato un progetto ammirevole per i tempi in cui è nato ma ormai superato nei fatti da molti altri interessanti approcci a cui dedicheremo prossimi approfondimenti.

Il giardinaggio bioetico muove dal giardinaggio biologico senza la rigidità di rispettare qualsiasi disciplinare ma lasciando al giardiniere, in accordo trasparente col suo cliente, di usare tutti i prodotti necessari a garantire le migliori condizioni al giardino e ai suoi utenti. Si sgancia dall’agricoltura biologica come punto di riferimento per affermare le specificità del giardino come spazio da coltivare e curare in modo articolato, vissuto e percorso dai clienti. Il giardinaggio bioetico inquadra il rapporto tra cliente – giardino – giardiniere come il punto di partenza da cui procedere per costruire spazi ricchi di biodiversità, belli e capaci di mantenersi per molti anni facendo vibrare nel passare delle stagioni l’effimera bellezza di fioriture e fogliame colorato.

Rispetto ad un disciplinare come il BioHabitat il giardinaggio bioetico si affranca dalla scelta preferenziale di piante autoctone sia per ragioni estetiche che per ragioni ambientali: dobbiamo sperimentare nuove consociazioni con piante ben acclimatate alle nuove condizioni climatiche in evoluzione. Inoltre i giardinieri bioetici sperimentano continuamente l’uso di tecniche e prodotti bio senza attendere che siano accolti per legge come prodotti adatti all’agricoltura biologica.