Interessante giornata formativa organizzata dalla fattoria didattica biologica Rio Selva di Preganziol a cui ha dato il suo contributo, per la parte pratica, Francisco Panteghini. Il cuore centrale della giornata è stato l’ampio e ricco approfondimento di Andrea Giubilato, fondatore della scuola esperienziale di agricoltura. Partendo dalla formazione dei suoli della pianura alluvionale, l’evoluzione della foresta di querce e carpini, passando per la sistemazione romana delle centuriazioni del I secolo in Veneto per arrivare al confronto culturale e biologico tra agricoltura industrializzata e biologica.

Superando il concetto di siepe campestre Giubilato ha proposto di usare il concetto di “riva” formata dal fosso dove scorre l’acqua, le due sponde che lo arginano, alberi e cespugli piantumati sul colmo e la “caresà”, la zona di passaggio lasciata ad erba e colonizzata da erbe selvatiche spesso utili o alimurgiche (tarassaco, carletti, salvia selvatica ecc.). Le rive sono figlie delle opere antiche quanto moderne di bonifica, con la sistemazione dei livelli e lo scolo delle acque.

La riflessione ampia ha offerto una visione in cui cogliere le dinamiche con cui in natura si sviluppano gli ambienti naturali: il mutualismo (ad es. delle micorrize con le radici degli alberi), la competizione (per la luce ad esempio, che non è quasi mai una lotta vinci/perdi tutto ma una conquista di posizioni privilegiate e accettare posizioni di nicchia), l’integrazione tra animali e piante. In una visione biologica la presenza di siepi campestri e fossi, unita alla varietà delle colture praticate permette di arricchire le popolazioni di insetti e di potenziali predatori e superpredatori, riducendo quindi i danni alle colture.

Le rive inoltre possono fornire risorse aggiuntive: legna da ardere, pali, sostegni, legacci di salice, erbe mangerecce ecc. Sulle opportunità di sviluppare attività artigianali e creative a partire dai prodotti di scarto della pulizia delle rive la giornata ha ospitato il contributo di Sandro Milan, cestaio che sta riscoprendo e diffondendo tecniche di lavoro delle fibre naturali in via di estinzione nel nostro Paese, mentre Francia e Germania ospitano persino percorsi professionali di cesteria. La visita all’azienda, il riconoscimento delle piante presenti, il confronto con i terreni dei vicini, ottima esemplificazione dell’agricoltura ad alta meccanizzazione e monocultura del mais hanno dato subito modo di mettere in pratica e consolidare le conoscenze e le riflessioni della mattinata.

Nel pomeriggio, nonostante la pioggia incessante, si è proceduto con un esempio di progettazione di intervento di recupero delle rive presenti nell’azienda, della segnatura delle piante da abbattere e di un abbattimento controllato con depezzatura e riordino a regola d’arte sotto la supervisione di Francisco Panteghini, Giardiniere BioEtico e presidente dell’associazione Amico Giardiniere. Si è parlato anche di come mantenere i salici capitozzati per la produzione di strope.

A chiudere il pomeriggio la condivisone di un progetto di riscaldamento con cumulo di cippato (modello ispirato dal francese Jean Pain) e la presentazione dell’esperienza di attività nel bosco condotto da Francesca Coltellacci nel bosco di Mestre con altre educatrici che dovrebbe portare all’inaugurazione di un vero e proprio asilo nel bosco l’autunno prossimo. Per restare informati su altri iniziative della fattoria Rio Selva seguita la pagina facebook.