Le prime notizie sulla coltivazione dell’olivo sono rinvenute in Siria e Palestina, attorno al 5000 a.C. . Reperti del medesimo periodo attestano che le olive erano già utilizzate per l’alimentazione umana anche in Italia, più precisamente in Puglia. E’ una pianta molto longeva che può vivere anche alcuni secoli grazie alla sua capacità di rigenerazione, ovvero la possibilità di ricostituire continuamente apparato radicale e chioma.Le foglie si rinnovano ogni 2-3 anni. L’olivo ama le temperature elevate e il sole, teme il freddo e l’umidità.

Le varietà consigliate sono state selezionate sulla base della resistenza e della tolleranza alle principali malattie fungine e per la capacità di fornire olio di buona qualità

La forma di allevamento dell’olivo cambia in base agli usi delle diverse zone, alle caratteristiche della varietà scelta e alle modalità di raccolta delle olive.

L’olivo è una pianta rustica, ma se il terreno è fertile la produzione è maggiore.

In questo articolo vengono presentati i risultati di alcune sperimentazioni effettuate dal Dr. Prisa riguardanti la coltivazione e difesa dell’olivo con metodi innovativi biologici.

I risultati dimostrano che esiste la possibilità di difendere e coltivare questa specie ovviando alla chimica convenzionale, ottenendo un prodotto finale di qualità.

Vengono inoltre consigliate alcune specie da siepe utili per il controllo dei fitofagi dell’olivo e la possibilità di poter utilizzare nuovi substrati di coltivazione (peat free) a base di chabasite per la germinazione e la coltivazione di questa specie.

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Dott. Domenico Prisa

Se siete interessati a questo tema partecipate alle giornate sulla gestione naturale dell’olivo che si terranno presso Roma Venerdì 8 Febbraio

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