Il convegno sulla definizione legale del Giardiniere Professionista di giovedì prossimo sta alimentando molte polemiche e vecchie ruggini tra associazioni concorrenti. I Giardinieri BioEtici, Giardinere.Bio non sono una associazione, ma un marchio di qualità per un giardinaggio etico e bio+logico (vedi) ma come molti giardinieri ci siamo visti arrivare questa legge, pur desiderata, dall’alto, senza aver voce in capitolo, basata su una chiara proposta e strategia del comparto del vivaismo.

Hanno prodotto una legge fatta a metà che offre a tutte le aziende florovivaistiche la certificazione di costruttori e manutentori di giardini mentre delega alle regioni la regolamentazione di tutti quegli artigiani, cooperative, srl o altro che pure si occupano di verde. Ma siamo sicuri che chiunque coltivi piante ornamentali o da frutto sia un capace giardiniere? Ho i miei personali dubbi.

Dal mio punto di vista il Tavolo Verde ministeriale ha fallito e le associazioni presenti non hanno saputo o potuto dare vita ad una buona legge. Difficilmente questa legge potrà essere cambiata ma almeno che sia completata dalle regioni a ragion veduta, col fine di migliorare la qualità dei giardinieri e tutelarne la professionalità. Il fine che ci siamo dati nell’organizzare questo convegno è di creare un contesto il più possibile aperto dove far dialogare il frastagliato mondo dei manutentori del verde per provare a elaborare proposte comuni, ampiamente condivise e pubblicizzate da proprorre in un secondo momento alle sedi politiche. E’ un punto per un nuovo inizio, come il rilancio del Flormart quest’anno.

Le associazioni che hanno declinato l’invito, ritenendolo un convegno di scarsa importanza ora che “i giochi sono fatti” o, ancora, non ritenendo i Giardinieri BioEtici e l’associazione Amico Giardiniere degli interlocutori rappresentativi hanno commesso a mio avviso un peccato di superbia e un grave errore strategico se vogliono rappresentare davvero tutti i giardinieri e arboricoltori italiani. Ringraziamo chi invece ha accolto l’invito con spirito di collaborazione e desiderio di confrontarsi nella speranza che la politica non passi sopra le nostre teste ma ascolti tutti gli attori del settore.

Grazie alla Confederazione Nazionale Artigiani (CNA), alla AIPV (Associazione Italiana Professionisti del Verde), all’ANAF (Associazione nazionale Arboricoltori su Fune) e a tutti i giardinieri che in questi giorni si stanno iscrivendo al convegno per portare il loro contributo (accrediti su https://www.eventbrite.it/e/biglietti-la-definizione-legale-del-giardiniere-professionista-proposte-per-una-legge-equa-37686626715). Questa io la chiamo Democrazia: quella cosa che dovrebbe servire agli Uomini Liberi per autogovernarsi mediando i conflitti e costruendo visioni comuni. Buon lavoro a tutti!

Prof. Francisco Merli Panteghini

cofondatore dei Giardinieri BioEtici e presidente dell’associazione Amico Giardiniere

Per chi non la conoscesse il testo di legge (n 154 / 2016 art. 12) èquesto:

1. L’attivita’ di costruzione, sistemazione e manutenzione del verde pubblico o privato affidata a terzi puo’ essere esercitata: a) dagli iscritti al Registro ufficiale dei produttori, di cui all’articolo 20, comma 1, lettere a) e c), del decreto legislativo 19 agosto 2005, n. 214;
b) da imprese agricole, artigiane, industriali o in forma cooperativa, iscritte al registro delle imprese, che abbiano conseguito un attestato di idoneita’ che accerti il possesso di adeguate competenze.
2. Le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano disciplinano le modalita’ per l’effettuazione dei corsi di formazione ai fini dell’ottenimento dell’attestato di cui al comma 1, lettera b).